lunedì 14 novembre 2011

Io no

25 Aprile 1945, Milano. Il comitato insurrezionale capitanato tra gli altri da Sandro Pertini e Leo Valiani prende la decisione di dare inizio alla rivoluzione a Milano che avrebbe portato poi nei giorni seguenti alla liberazione in tutto il Norditalia dall'occupazione nazifascista. E' una data che ha segnato la vita di tutti gli italiani, i monarchici come i repubblicani, i democristiani come i socialisti; anche attualmente la nostra vita è dipesa da questo atto di patriottismo di italiani che, in nome della libertà e della giustizia, hanno deciso di intraprendere una strada a dir poco ardua. Questa è la liberazione dell'Italia, di cui ognuno di noi deve essere orgoglioso e deve rifarsi per poter vivere in uno stato che rispetti la dignità di ogni sua persona; "Non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà." Direbbe poi lo stesso Pertini, una volta eletto presidente della repubblica e questo è il pensiero di coloro che hanno a cuore la propria nazione.

12 Novembre 2011, Roma. Qualche migliaio di persone ritrovatisi nella capitale inneggiano ad un nuovo 25 aprile, poiché finalmente si è dimesso il nuovo Mussolini. C'è chi urla di gioia, chi invece ricorre ad offese, c'è un coro che intona l'Halleluja di Handel, c'è chi invece ritiene ragionevole tirare delle monetine contro la macchina dell'acerrimo nemico di tutti gli italiani. Finalmente dopo anni di attesa il premier del governo di una repubblica democratica ha deciso di farsi da parte e riporre il mandato che il popolo gli aveva affidato, al capo della nazione.

C'è qualcosa che mi stona. Queste due situazioni storiche si dovrebbero assomigliare talmente tanto da poter etichettare la seconda come un rievocazione della prima, almeno secondo una parte degli italiani (e nessuno o quasi si oppone a ciò). Da una parte abbiamo un popolo che si organizza nella rivolta di una personalità a dir poco ambigua che ha portato la sua nazione a combattere una guerra mondiale, sottostando molte volte ai diktat dell'alleato tedesco; dall'altra un premier eletto poco più di tre anni fa da 14 milioni di persone (17 contando anche gli alleati), che decide, anche senza una mozione di sfiducia, in nome del paese, di farsi da parte; tutto questo perché all'interno della sua enorme (e la più larga da quando c'è la repubblica) maggioranza ci sono molti parlamentari che hanno anteposto il loro pensiero alla rappresentazione delle persone che li hanno votati. Dico questo perché i vari senatori e deputati, visto che sono stati eletti grazie a un sistema non basato su preferenza ma su "graduatoria" della lista a cui appartengono, si devono rendere conto che non hanno quella carica per pura scelta del popolo ma per dei "magheggi" che nessuno può conoscere. Ma non è questo il punto. Al di là del mio parere personale sulla maggioranza o sul premier, mi sento molto offeso dalla strumentalizzazione di un così importante evento come è il 25 Aprile. Non solo sono due cose completamente diverse ma tale strumentalizzazione rischia anche di far dimenticare l'importanza di quell'evento. Non venitemi a di che Sabato quella gente si era mossa per la giustizia sociale e la libertà, tanto care a Sandro Pertini.

mercoledì 27 aprile 2011

Presentazione

Questo blog non vuole essere altro che un luogo dove poter sfogarmi e esprimere le mie opinioni su varie cose: fatti, testi letterari, musica... Un qualcosa che differisce dai soliti Facebook etc etc.
Se poi qualcuno volesse instaurare un dialogo con me riguardo agli scritti che potrò postare questa sarà cosa gradita.